Impossibile, a questo punto, non pensare nuovamente a Mark Zuckerberg e alla sua visione del domani: la VR rappresenta un fattore essenziale nell’equazione che porterà il Metaverso ad affermarsi quale spazio di lavoro, socialità, commercio, istruzione ed intrattenimento alternativo al mondo materiale (una chiave di lettura facilmente accostabile alle criptovalute e alla loro spinta verso “isole economiche” indipendenti più o meno normate). In tal senso, va superata l’idea che il mezzo serva ad entrare in questo spazio, poiché sembra più vero il contrario: interagire attraverso visori indossabili e periferiche aptiche significa consentire alla virtualità di uscire fuori, espandendosi nel nostro spazio vitale e mirando più o meno gradualmente ad appropriarsene. Come? Innanzitutto offrendo attività il cui grado di convenienza ed utilità sia percepito come elevato da parte del consumatore, quali che siano i significati attribuiti dallo stesso a quei concetti. Se poi queste attività risultassero essere stimolanti e convincenti sul piano sensoriale - immersive, per utilizzare un termine alla moda - si tratterebbe di un valore aggiunto importante, addirittura fondamentale per alcuni.
Questi tre punti costituiscono i vertici del campo sul quale Realtà e Virtualità si contenderanno quella che è la nostra risorsa più preziosa, il tempo che spendiamo da una parte o dall’altra. Più tempo trascorriamo in un ambito, maggiori sono le tracce che lasciamo in esso e i dati che se ne ricavano, destinati a trasformarsi in prodotti e in marketing mirato (non necessariamente in quest’ordine - dipende dalla natura della merce e degli scopi). Se si trattasse solo di scenari ipotetici, gli operatori di settore non dedicherebbero ai traguardi descritti finora gli sforzi a cui stiamo assistendo; il processo è già ben avviato e provvisto di una certa inerzia, alacremente smussato agli angoli affinché incontri sempre meno resistenza sul suo percorso.
(*) Abbiamo visto, ad esempio, che i moderni display ad alta risoluzione hanno reso quasi impercettibile lo "screen door effect" restituendo immagini continue e definite, dal frame rate elevato. Alcuni visori sono in grado di offrire tali condizioni senza dover dipendere dal collegamento ad un PC potente, con audio spaziale ed un comfort di utilizzo finalmente degno di tale nome. Altre limitazioni persistono in relazione ai picchi di luminosità, alla riduzione dello spessore delle ottiche, alla reattività del tracciamento oculare ecc.