Un altro tassello si aggiunge al vasto panorama storico del Videogioco, e proviene ancora una volta dal Giappone. Si tratta di una pubblicazione indipendente chiamata GAME HIHYŌ, in stampa dal 1994 al 2006, la cui principale caratteristica era quella di non essere legata ad alcun publisher, il che le permetteva di esprimere giudizi senza filtri sui videogiochi in uscita all'epoca, e di riportare vicende economiche o giudiziarie su cui altre riviste, diplomaticamente, soprassedevano.
Sebbene al giorno d'oggi sia semplice immaginare una pubblicazione del genere guardata con sospetto - o nel peggiore dei casi ostracizzata - dai panorami dello sviluppo e del publishing, Game Hihyō riuscì ad inserirsi in quei tessuti accogliendo, oltre ai pezzi firmati dallo staff, contenuti di varia natura da parte di illustri addetti ai lavori.
Gli sviluppatori contribuivano con articoli di risposta ai giudizi della testata, spesso piuttosto duri, con interviste esclusive ed approfondimenti, e persino con confronti tra loro i cui toni potevano farsi addirittura accesi, come accaduto tra il defunto Kenji Eno e Shigeru Miyamoto. Inoltre, illustrazioni esclusive realizzate da mangaka e designer eccellenti tra cui Yoji Shinkawa, Yoshitaka Amano o Junji Ito graziavano copertine e pagine interne.
Tutto ciò è diventato fruibile in Occidente grazie al lavoro di recupero e traduzione di Gaming Alexandria, che ha realizzato un archivio online liberamente consultabile e scaricabile. L'iniziativa da modo di apprezzare l'arco editoriale di Game Hihyō, che dall'anno 2000 si vide costretta ad includere tra le sue pagine pubblicità di inserzionisti esterni (ma mai legati all'industria del videogame) ed articoli che poco o nulla avevano a che fare coi videogiochi stessi, nel tentativo di ampliare il proprio respiro.
Benché l'impostazione "anarchica" abbia permesso ad alcuni affezionati sviluppatori ed artisti di considerare Game Hihyō una seconda casa, l'aggressività degli anni '90 andò gradualmente scemando fino ad esaurirsi del tutto nei suoi ultimi mesi di vita. L'uscita finale, la numero 69, vide la luce in Giappone nel Luglio del 2006; anche allora, come sempre era stato, la copertina ribadì con orgoglio l'indipendenza della pubblicazione.