Se dovessi descrivere Arrival usando una singola frase, lo definirei "un Interstellar che conserva le parti intelligenti, rimescolandosi un po' qui e la". Questo non vuole essere un falso complimento dal momento che ho davvero, davvero apprezzato il modo in cui il film utilizza il guscio della science fiction per dire qualcosa di intellettualmente stimolante: il linguaggio dà forma al futuro.
L'interpretazione è la croce dell'opera di Villeneuve, per cui sarà bene non prendere queste parole alla lettera. Cosa intendiamo per "linguaggio"? È il mezzo attraverso cui designamo le cose, il modo in cui vediamo e comprendiamo il mondo. Ma è anche il mezzo attraverso cui esprimiamo concetti più alti quali sentimenti, ragionamenti e idee.
Il linguaggio è un riflesso diretto delle nostre capacità in quanto specie pensante: quando impariamo a designare qualcosa, la forgiamo e creiamo per esso dei legami che ne rendano più semplice la comprensione. Ma poi arrivano gli Eptapodi, che vivono in una dimensione dove il tempo, non essendo lineare, ha un significato molto differente dal nostro. Nel momento in cui la Dott.ssa Louise Banks impara ad usare il linguaggio alieno, la sua stessa comprensione del tempo diventa non lineare. Per questa ragione può vedere il futuro, in uno sviluppo che apre il film a differenti interpretazioni: che sia il momento in cui Arrival si separa dalle sue tesi sul linguaggio per abbracciare la pura fantascienza?
Beh...
È una domanda legittima. Ci si potrebbe domandare perché una diversa comprensione di come il tempo funziona in un'altra dimensione dovrebbe influire sulla nostra. A mio parere, Villeneuve ha tentato di dirci che nel momento in cui scegliamo di interagire con qualcosa o qualcuno, mettiamo in moto una catena di eventi e relazioni (un destino) che è tanto deterministica quanto il linguaggio usato.
Quindi si, Arrival diventa pura fantascienza ad un certo punto, ma è proprio li che utilizza al meglio il paradigma delle molteplici interpretazioni (il tempo può muoversi in due direzioni): il plot del film diventa un gigantesco palindromo. Esso funziona sia considerando "presente" gli eventi nella sequenza in cui sono illustrati, dove Louise viene in contatto con gli Eptapodi, oppure considerando "presente" le sequenze tra Louise e sua figlia.
La chiave dell'intera opera è in quel nome -. Hannah. E desidero applaudire Arrival non solo per essere uno splendido sci-fi movie in sé, ma per l'incredibile sforzo di pensiero e di scrittura che offre a tutti i registi come prezioso riferimento.